La digitalizzazione fedele delle fonti italiane scriptate richiede un’approccio stratificato che vada oltre la semplice scansione: la gestione precisa della transizione tra script storici e font digitali è cruciale per preservare autenticità visiva e leggibilità, soprattutto in contesti editoriali, museali e accademici italiani.
“La transizione non è solo tecnica, è una continuità stilistica tra l’ingresso del testo nel mondo fisico e la sua permanenza digitale.”
— Esperto di tipografia paleografica, Laboratorio Tipografico Italiano, 2024
Le fonti italiane manoscritte — dai codici umanistici al gotico volgare — presentano caratteri unici come corsivi fluidi, legature complesse, spaziatura irregolare e tratti calligrafici non replicabili in font generici. Questa peculiarità richiede una pipeline precisa che integri scansione ad alta fedeltà, analisi morphologiche e adattamento tipografico specialistico. Il Tier 2 di questa filiera, esposto qui in dettaglio, si concentra sulla trasformazione vettoriale avanzata e sulla creazione di font personalizzati per garantire coerenza tra originale e digitale.
Fase 1: Scansione e segmentazione – fondamento per la fedeltà grafica
La qualità del risultato finale inizia con la cattura del materiale originale. Si raccomanda una risoluzione minima di 1200 ppi in modalità RGB con profilo di colore Calibrato sRGB o Adobe RGB per preservare tonalità, contrasto e micro-variazioni di tinta tipiche dei manoscritti. La modalità di scansione deve essere in modalità “scan planar” con illuminazione neutra (5500K) per evitare distorsioni cromatiche.
- Scansione fisica: utilizzo di scanner professionali con sensore a trasferimento ottico (es. Epson Perfection V800 Pro) con modalità “drastic resolution” per raggiungere 2400 ppi in modalità RAW, garantendo dettaglio assoluto di tratti, legature e micro-errori calligrafici.
- Calibrazione del monitor: impostazione profilo ICC personalizzato (es. sRGB IEC61966-2.1) abbinato a hardware di calibrazione (X-Rite i1Display Pro) per assicurare fedeltà tonalica tra lavoro digitale e output finale.
- Segmentazione automatica e manuale:
– Fase automatica: utilizzo di tool come Glyphs Segment ou FontForge con script di pre-segmentazione basato su riconoscimento di linee di corsivo, interruzioni di legatura e margini di paragrafo.
– Fase manuale: correzione di algoritmi off-track con tracciati vettoriali derivati da immagini vettorializzate con Glyphs (metodo A: trasformazione vettoriale partendo da tracciati originali OPC).- Identificazione di unità testuali: frasi, note marginali, titoli; marcatura con livelli separati in Glyphs per editing mirato.
- Validazione con confronto diretto ai manoscritti digitali di riferimento (es. Progetto Manoscritti Italiani 1000-1500) mediante software di sovraposizione (Tool: Glyphs Match o Adobe Type Manager).
Fase 2: Creazione e adattamento tipografico – Tier 2 specialistico
Il Tier 2 si distingue per l’applicazione di tecniche di trasformazione vettoriale avanzata e personalizzazione di font esistenti, con particolare attenzione alla riproduzione fedele di legature storiche e tratti calligrafici non standard.
- Metodo A: Trasformazione vettoriale basata su tracciati originali
- Conversione del tracciato scansionato in vettori scalabili tramite Glyphs con correzione manuale delle legature critiche (es. legatura “G” gotica, “s” corsivo italiano).
- Applicazione di *contextual alternates* in font OpenType (ad es. Garamond Historical) per forme variabili del cursivo, con regolazione dinamica basata su kerning contestuale.
- Inserimento di tratti speciali come tratti di inizio/fine paragrafo, segni di punteggiatura storici (es. punto breve) con supporto ligature Unicode (U+2E24–U+2E2F).
- Metodo B: Personalizzazione tramite OpenType features
- Integrazione di *contextual alternates* per forme cursive complesse (es. “t” con legatura o “c” con variazione calligrafica).
- Utilizzo di *ligature* e *character shaping* avanzati per replicare tratti specifici del manoscritto (es. legatura “ff” gotica, tratti a spirale nel minuscolo carolino).
- Embedding manuale di tratti vettoriali (SVG o FF) per forme irregolari non standard, garantendo scalabilità senza perdita di definizione.
- Fase di testing visivo
- Valutazione su testi lunghi (es. testi di Dante o Petrarca) per verificare leggibilità e coerenza stilistica in contesti di lettura prolungata.
- Esercizio “eye-tracking” su paragrafi ibridi (citazione storica + testo digitale): misurazione del tempo di fissazione e percorso visivo con strumenti come Tobii Pro.
- Test di contrasto: analisi della differenza luminosa tra testo e sfondo (min. 7:1 per leggibilità WCAG AA).
Fase 3: Gestione della transizione e interpolazione tipografica (Tier 3 – implementazione esperta)
La transizione fluida tra font storico (per citazioni, intestazioni, note autore) e font digitale (per lettura fluida) è un punto critico. Il Tier 3 si basa sulla creazione di un sistema strutturato di interpolazione dinamica che preserva autenticità senza compromettere usabilità.
- Mappatura caratteristica: definizione esatta delle variabili grafiche (altezza x, spaziatura interlineare, inclinazione testo, larghezza riga) tra origine e digitale.
- Utilizzo di profili typografici come “Manoscritto Italian 15° sec.” (OpenType con ligature storiche) e “Digitale Fluido 2024” (ottimizzato per schermo).
- Regole di interpolazione:
- Per ligature complesse (es. “ff”, “uu” gotico): interpolazione basata su tratti vettoriali integrati, evitando appiattimento o distorsione